mercoledì 14 gennaio 2009

Arrivando in Giappone

Lo scorso Ottobre, era la prima volta che andavo in Giappone da quando è stato introdotto il sistema di identificazione biometrica che rileva le impronte digitali e scatta una fotografia ad ogni persona che entra in Giappone. E' una procedura molto semplice: appena si arriva allo sportello dell'immigrazione ci viene chiesto di mettere gli indici di entrambe le mani sugli appositi segni e di fare una leggera pressione. Poi è il momento della fotografia, è necessario stare ad un certa distanza dall'obbiettivo perché se si è troppo vicini la foto non verrà correttamente e dovremo rifarla. Ho visto persone davanti a me che proprio non riuscivano a fare una foto buona e sono rimaste lì per parecchio tempo. Purtroppo sul monitor rivolto verso di noi non compare la nostra immagine quindi è un po' difficile capire se ci troviamo alla distanza giusta, però sul pavimento è disegnata la sagoma di dove mettere i piedi, in modo da trovarsi nella posizione corretta. Tutto questo è fatto per garantire la sicurezza del paese, ma purtroppo qualcuno ha già trovato un metodo per eludere il sistema delle impronte. Infatti la polizia ha recentemente scoperto che una donna coreana, già espulsa, è riuscita ad entrare in Giappone fornendo impronte digitali false. La donna ha semplicemente usato un particolare tipo di nastro adesivo, appiccicandolo ai polpastrelli, proprio come si è visto in un film di James Bond. Adesso il governo sta decidendo cosa fare per porre rimedio a questo problema, ma visto che nel momento in cui vengono prese le impronte il funzionario della dogana si trova dalla parte opposta dello sportello rispetto a chi dev'essere controllato, forse basterebbe soltanto che fosse vicino alle persone e che gli guardasse le mani prima che vengano prese le impronte.

Nessun commento: